30/08/2004 Vetta Orientale del Corno Grande e Ghiacciaio del Calderone.
Partecipanti: GIULIO, FABIO.
Dislivello: 800m circa
Difficoltà: EE/F
Tempo di Percorrenza: 3,30h

 

 

 


E' la fine dell'estate 2004, un'estate finalmente normale, secca ma non calda, preceduta da una primavera fresca e nevosa. Insomma una combinazione favorevole alla permanenza di nevai per tutta l'estate, e di una copertura nevosa non indifferente sul Ghiacciaio del Calderone, che ormai ridotto allo stremo, ha una necessità impellente di nuovi apporti alla sua massa, sotto forma di nevai residui che si trasformino con gli anni in ghiaccio. Per verificare la veridicità di queste supposizioni siamo andati sul posto per un doveroso reportage, in particolare siamo andati sulla Vetta Orientale del Corno Grande, da cui si gode una vista spettacolare del Calderone.


È una splendida giornata di fine estate, serena, limpida e con poco vento. Partiamo dall'Ostello Campo Imperatore e prendiamo il sentiero della via normale al Corno Grande, che con percorso pianeggiante prima, in decisa salita poi, arriva alla Sella di Monte Aquila. Complice la bella giornata c'è parecchia gente che percorre il sentiero.


Oltrepassato il Passo del Cannone il Corno Piccolo appare in tutta la sua severità rocciosa. Notare un paio di nevaietti alla base della parete.


Dalla sella scendiamo leggermente e poi prendiamo a sx sul sentiero che con lungo percorso pianeggiante, attraversando i multicolori pascoli di Campo Pericoli dove pascolano le mucche, porta sino alla base del versante SW del Corno Grande. Osservando attentamente notiamo alcuni piccoli nevai residui nella conca sottostante il Cefalone e nei pressi della Sella di Monte Corvo e di Sella Venacquaro, cosa abbastanza infrequente a fine estate (i nevai sono a quota 2200m circa, in zona aperta, non riparata dal sole, e non sono dovuti ad accumuli di valanga ma da vento). Giunto sotto le rocce il sentiero sale ripidamente su un faticoso ghiaione polveroso, fino ad arrivare alla Sella del Brecciaio, dove spiana un po'. Sempre insieme a numerose altre persone saliamo ancora ripidamente fino ad arrivare alla Conca degli Invalidi, a oltre 2600m.


Stiamo arrivando alla morena del Calderone, davanti a noi si staglia la Vetta Orientale.


La vista è splendida sul versante NW del Corno Grande, sul Corno Piccolo e su Intermesoli. Con grande piacere notiamo alcuni piccoli nevai alla base delle rocce della cresta, mentre si notano un paio di chiazze anche nel Venacquaro. La curiosità per la situazione nel Calderone inizia a farsi forte. Dopo un altro breve tratto di salita lasciamo il sentiero per la Vetta Occidentale e prendiamo a sx per il Passo del Cannone. Con breve percorso pianeggiante e panoramico arriviamo alle roccette e alla corda fissa del Passo. Prima però abbiamo il tempo di osservare un grosso nevaio situato sotto una parete di roccia nella zona della Brizio, e altri nevai in basso nel Vallone dei Ginepri.


In vetta, a 2903m. Le rocce dell'Orientale precipitano verso il Vallone dell'Inferno. Forte è il contrasto con le verdi faggete e i pascoli della zone di Monte Aquila e Vado di Corno.


La situazione inizia a farsi molto interessante. Scendiamo rapidamente le roccette e prendiamo a dx verso il Calderone, tralasciando a sx il sentiero che va verso la Sella dei Due Corni e il Franchetti. In breve siamo sulla grande morena che fu del ghiacciaio nell'ultima fase di espansione. La attraversiamo dirigendoci verso la Vetta Orientale, ammirando la parte bassa del ghiacciaio. La parte di ghiaccio coperta di detriti questa volta non è totalmente scoperta, ma è in rapporto paritario di area con quattro grosse chiazze di neve che la contornano.



Ed ecco finalmente il Calderone nella sua interezza e la foto modificata per voi dal Montegeologo. Sono messe in evidenza le due porzioni di ghiaccio, la maggiore e la minore, separate dalla fascia rocciosa.


Saliamo seguendo i segni sulle roccette alla base della vetta. Superato un passaggetto continuiamo su terreno più facile in salita sostenuta, e finalmente la vista si apre anche sulla parte alta del Ghiacciaio. Le due porzioni, inferiore (di gran lunga maggiore) e superiore non sono in comunicazione, bensì sono separate da una fascia di rocce bianche, biancore che testimonia la recente venuta a giorno delle stesse, a scapito del ghiacciaio. La porzione superiore, ripida, è con nostra immensa gioia totalmente coperta di neve residua. Anzi, diversamente da altri anni, in cui un avvicinamento al ghiacciaio dalla cresta della vetta occidentale era proibitivo a causa del lungo tratto di rocce rotte che bisognava discendere, ora la neve arriva a una quindicina di metri dalla cresta. Insomma quest'anno il Calderone, il ghiacciaio più meridionale d'Europa, potrebbe rifiatare. Riprendiamo il percorso e in breve siamo in vetta, a 2903m. Straordinaria è la vista a 360°. Impressionante l'affaccio sul Paretone Nord e SE. Molto invitante è la successione delle tre cime principali: la Orientale, la Centrale e la Occidentale. Fantastici e insoliti sono i nevai alla base del Corno Piccolo e nella conca sotto il Franchetti. Dopo uno spuntino e un riposino eccoci in discesa.


Scavando un poco nel pietrisco emerge il ghiaccio del Calderone, scuro e durissimo, protetto dalla fusione dalle stesse pietre.


Il tempo di una passeggiatina sulla parte inferiore del ghiacciaio ci permette di scoprire molte cose. Vediamo ruscelli epiglaciali che si infilano in un buco azzurrognolo di ghiaccio. Sulla neve residua si vedono i segni di ripetuti congelamenti dell'acqua di fusione ogni notte. Scavando sulla pietraia arriviamo in breve al ghiaccio vivo. La nostra conclusione è che in questa parte inferiore la neve residua dell'inverno sta sopra il pietrisco che a sua volta sta sopra il ghiaccio vero, in una sorta di stratificazione. Detto ciò risaliamo al Passo del Cannone e trottando non poco percorriamo la stessa strada dell'andata fino alla macchina.



 

 

 

 
Speciali Montagna