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16/07/2005 La Neviera del Sirente.
Partecipanti: GIULIO, ELISA, GIULIANA, FRANCESCO, VITTORIO, MARIAPIA.
Dislivello: 850mt circa
Difficoltà: EE
Tempo di Salita: 2,5h

Un nevaio che resiste a lungo in un angolo spettacolare del versante nord del Sirente.

Metà luglio è il momento ideale per cercare i nevai residui che ancora resistono sui maggiori monti abruzzesi, e la Neviera è uno di questi. Si tratta di un piccolo ma spesso nevaio, sito alla base di una imponente parete calcarea, quasi alla testata di un selvaggio vallone serrato tra balze precipiti sul versante nord del Sirente. La bellezza dell’ambiente, la solitudine di cui si gode in questi luoghi poco frequentati e l’inaspettato incontro con la neve (negli anni normali rimane fino ad agosto, ma io consiglio una visita a luglio) rendono quest’escursione imperdibile.


La neviera e il vallone che la ospita dalla bella radura di quota 1750m.


Siamo a metà luglio, e fa molto caldo. Anche in montagna alle quote medie si suda non poco, così decidiamo di andare a trovare la neve, che all’inizio dell’escursione è poco più di un miraggio. Partiamo dal vecchio chalet bruciato (quota 1150 circa), sito sulla strada che da Rocca di Mezzo va a Secinaro passando per i Prati del Sirente, bellissimo altipiano carsico con mitica vista sulla N della montagna. Superati i prati poco dopo a dx si vedono i ruderi dello chalet; una mulattiera parte alla dx dei ruderi entrando subito nel fitto della faggeta. Tutta la prima parte dell’escursione si svolge sotto la fresca ombra dei faggi: occorre seguire il sentiero segnato (che coincide con la mulattiera) che è la via normale al Sirente dal versante N (passa per la Valle Lupara).


Un raro e bellissimo Mughetto fotografato poco prima dell'uscita dal bosco sui 1800m.


Inizialmente saliamo moderatamente in una valletta, tralasciamo una prima deviazione a dx e prendiamo poi un bivio a dx segnato evidentemente con indicazione Sirente. Saliamo più ripidamente all’incrocio con un’altra mulattiera (m 1300 circa), proveniente dai Prati del Sirente che conduce ai Piani di Canale, altro bellissimo altipiano carsico. La si attraversa seguendo sempre i segnali per la vetta e in leggera salita si oltrepassa un’altra carrareccia portandosi infine su una traccia marcata in moderata salita tra i faggi. Fa molto caldo, ma l’ombra aiuta, così procediamo spediti sulla larga traccia, che prima sale con numerose svolte, poi si restringe e si inerpica in una vallecola appena accennata. Tocchiamo numerosi piccoli ripiani pianeggianti nel bosco, vecchie carbonaie, dove si faceva il carbone. Alcuni alberi caduti movimentano un po’ il paesaggio.


Elisa sulla Neviera, le dimensioni non sono enormi, ma lo spessore è notevole! Notare le belle pareti di calcare che proteggono la neve dal sole.


Il sentiero in corrispondenza dell’ennesima carbonaia abbandona la valletta e sale tendendo leggermente a sx, con percorso lungo e articolato. Il pendio diviene meno ripido e dopo alcuni tratti pianeggianti si esce su una splendida radura, 1750m circa (segnalo la presenza di bellissime Aquilegie). All’improvviso si rivelano, meravigliando chi non se l’aspetta, le grigie pareti calcaree del Sirente, incise da profondi valloni. Guardando verso sx appare anche il pietroso vallone che ospita la Neviera, e probabilmente si vedrà anche parte del nevaio, seminascosto da un cumulo di pietre alla base di una parete verticale. Poco prima che il sentiero rientri nel bosco occorre fare molta attenzione e prendere sulla sx una traccia appena visibile tra il folto dell’erba. Seguiamo con qualche difficoltà, tra alberi caduti, rami bassi ed erba alta, l’esile traccia, inizialmente pianeggiante, poi in leggera salita. Attraversiamo in diagonale un pendio erboso con bella vista sulla valle dell’Aterno e sul Gran Sasso.


Foto dal tunnel dentro la neve verso il vallone.


La traccia tende a perdersi tra le sterpaglie, ma ora alcuni segni giallo – blu aiutano a non perdere la via. Un ultimo tratto in salita ripida è il preludio all’uscita dal bosco. Siamo in uno splendido vallone, occupato per intero da una pietraia, stretto tra due compatte pareti di roccia. Alla testata, ormai vicino, appare il nevaio. La traccia sale ora più evidente prima per prati con belle fioriture di giglio rosso, tenendosi sulla dx (sx orografica) quasi sotto le rocce. Si curva poi leggermente a sx su scomode e mobili pietraie, fino a guadagnare il montarozzo sassoso dietro al quale sta la Neviera. La neve c’è, eccome! Che frescura dopo il caldo della salita! Siamo proprio sotto un’alta parete di levigato calcare, che, grazie anche all’esposizione a N, garantisce quasi sempre l’ombra alla neve. Faccio due passi, trovo anche un tunnel sotto la neve, la vista verso valle è bellissima, che ambiente fantastico, siamo sui 2000m. Pranzo al fresco venticello che sale dalla neve, foto di rito, poi giù, lungo la pietraia, di corsa sfruttando il pietrame più fino. Poi c’è da ripercorrere il sentiero dell’andata, prima scomodo e mezzo scomparso, poi ben segnato e frequentato dopo la radura. Anche quest’anno La Neviera non ha tradito, e neanche il Sirente.


Il tunnel sotto la neve, si vedono in fondo le rocce.

Vista della neviera dal montarozzo di pietrame. Sto per entrare nel buco.

© Il Monte Geologo 2003-2005