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04/06/2005 Monte Gorzano da Capricchia (Sacro Cuore).
Partecipanti: GIULIO, PAOLO, DANIELE, DORINA, SEBASTIEN.
Dislivello: 1074mt
Difficoltà: E
Tempo di Salita: 2,5h

Splendida escursione nel verde della Laga, tra boschi, torrenti, pascoli e creste aeree.

Dopo il nevosissimo inverno 2005 la primavera sta per inchinarsi all’estate in Abruzzo. Sui monti più alti sono presenti ancora vaste zone innevate, soprattutto sul Gran Sasso, ma su tutti gli altri ormai la fanno da padrone l’erba verde e rigogliosa, gli splendidi fiori e le lussureggianti faggete. Messi gli sci a riposo per l’estate è ora di belle escursioni nel verde. Così decidiamo di andare sui (da noi) poco frequentati Monti della Laga, sul Gorzano in particolare, la vetta più alta. La vasta catena che è collegata al Gran Sasso tramite il Passo delle Capannelle e si spinge fin verso le propaggini dei Sibillini promette splendidi ambienti in questo periodo, ricca com’è di verde e acqua. Così siamo in viaggio sulla A24 in direzione l’Aquila e poi Campotosto in una bella giornata estiva (anche se la strada che dall’Aquila sale verso il Passo delle Capannelle e poi Campotosto è molto bella, conviene percorrere la Salaria fino ad Amatrice e poi proseguire brevemente per Capricchia).


Lo scosceso versante W di Cima Lepri visto dallo spiazzo in cui si lascia la macchina.


Il Lago di Campotosto è splendido, acque limpide e sponde verdi fiorite, e ci invoglia ad una oziosa mattinata stesi sull’erba con annessa mangiata al ristorante. Ma basta un’occhiata ai monti che ci attendono e al Gran Sasso che si intravede ancora ben innevato tra la foschia per lasciare i dubbi e procedere spediti verso il Santuario del Sacro Cuore sopra Capricchia, dove gingiamo con una stradina ripida e piena di buche. Lasciamo la macchina su uno slargo dove a dx parte una strada bianca sulla quale dovremo incamminarci. Siamo al cospetto di Cima Lepri, un altro dei 2400 della Laga, mentre il Gorzano è nascosto. L’ambiente è già fantastico, con ripidi versanti splendidamente stratificati incisi da profondi valloni. In alcuni di essi vi sono torrentelli che formano belle cascate.


Uno dei profondi valloni che incidono il versante occidentale del Gorzano, la cui vetta è al centro in alto.


In più una splendida faggeta copre la parte inferiore dei pendii e alcuni nevai residui occupano le forre più strette e le conche più alte. Ci incamminiamo per la sterrata, prendendo poco dopo a dx un sentiero in salita decisa nella faggeta tra giganteschi massi (cartello con indicazioni). Poco dopo giungiamo ad un altro bivio, dove prendiamo ancora a dx (a sinistra si va alle cascate). In breve saliamo ripidamente tra belle fioriture di violette e tromboni ad una sella con vista suggestiva sul versante SW di Cima Lepri, alcune cascate e i profondi valloni che salgono verso le alte quote. Il sentiero prosegue con leggeri saliscendi per lo più sotto i faggi (notiamo alcuni danni da valanga), attraversa una bellissima radura con torrentello limpido e prosegue oltre, iniziando poi a salire decisamente con varie svolte.


Un bellissimo gruppo di Genziana kochiana, ovvero il trombine, un esempio della splendida fioritura che abbiamo trovato alla Laga.


Si esce allo scoperto sui 1900m, in corrispondenza di un vecchio stazzo con casolare diruto. È un luogo affascinante, articolato su due piani in leggera salita, con erba folta e bellissime fioriture di margherite gialle. La vista si allarga, abbracciando il lungo e articolato vallone tra Cima Lepri e Gorzano, che con numerose ramificazioni profonde e ancora in parte innevate ci suggerisce itinerari sciistici per il prossimo inverno. Il sentiero aggira una cresta erbosa e sale a mezzacosta un ripido versante, fino ad arrivare, dopo aver passato un’altra crestina ed un piccolo nevaio (neve molto dura, facilmente evitabile), sulla cresta W del Gorzano. Percorriamo ora tutta la bellissima cresta, a tratti verde e fiorita, a tratti più rocciosa, sempre estremamente panoramica, con tratti in leggera salita e strappi più ripidi, fino alla vetta, 2458m.


Presso lo Stazzo di Gorzano, tra pascoli gialli di margherite. In alto la vetta..


Peccato che il tempo è un po’ peggiorato e il cielo si è coperto, perché con buona visibilità si gode una vista mozzafiato dalla vetta. Comunque tutte le altre vette della Laga, il Gran Sasso e i Sibillini si vedono abbastanza bene. Dalla parte opposta a quella da cui siamo giunti, il versante NE del Gorzano presenta un ripida parete di sfasciumi a N che muore su dolci pendii chiazzati di neve, mentre verso E scende dolcemente, interamente coperto di erba folta, verso i boschi di Cesacastina. Numerose creste aguzze spettacolari giungono sulla cresta principale da W, mente verso N vi sono dolci avvallamenti e grossi nevai. Ci viene l’acquolina in bocca al pensiero delle belle sciate che ci aspettano il prossimo inverno. Dopo un adeguato ozio al freddo vento occidentale prendiamo la via della discesa, per lo stesso itinerario, sfruttando dove possibile i nevai per accelerare l’andatura. Insomma i Monti della Laga, con le loro rocce così diverse dal familiare calcare a cui siamo abituati, che creano morfologie particolari e insolite, ricchi di acqua e verde, sono stati una bella, e tardiva, scoperta. Ci ripromettiamo di venirci più spesso, anche per una doveroso test scialpinistico.

Dalla cresta W del Gorzano vista verso le altre cime della catena. Sebastien si gode il sole.

 

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