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31/07/2005 Il Fondo della Salsa (Camicia versante N).
Partecipanti: GIULIO, ELISA.
Dislivello: 350mt
Difficoltà: E
Tempo di Salita: 45min

Sotto l'imponente parete nord del camicia un luogo in cui rimane la neve anche per tutta l'estate.

 

Il versante nord del Gran Sasso, verde e ricco d’acqua, esercita un richiamo troppo forte in questi giorni di calura estiva, così decidiamo di puntare verso il Fondo della Salsa, una sorta di imbuto che raccoglie tutte le valanghe del mitico paretone N del Camicia. L’immane muraglione incombe con un salto di più di 1000m sui prati alla base, e frequentemente rimane un bel nevaio anche per tutta l’estate. Così eccoci in macchina! Superato il traforo del Gran Sasso la vista della parete N del Corno Grande è sempre impressionante.


Siamo in arrivo al Fondo della Salsa, occupato dal mitico nevaio su cui incombe l'immensa parete N del Camicia.


Usciamo a S. Gabriele – Colledara, quindi prendiamo per Castelli, proseguiamo per Ricopiano e lasciamo la macchina nei pressi di un tornante dove vie è un comodo slargo erboso. Proprio dalla curva della strada parte il largo sentiero, che entra subito nel fitto della faggeta. Appena entrati nel bosco sulla sx è possibile osservare una spada infissa in una roccia. È un ricordo della tragedia avvenuta nel 1994 sulle rocce del Camicia, quando un aereo militare precipitò causando la morte del pilota. La mulattiera sale tra gli alti fusti arborei con alcune svolte, fino ad arrivare ad una selletta assolata. Superatala una breve discesa ci porta ad una conca pianeggiante e ombrosa sotto il bosco. Fa caldo, ma sotto gli alberi si sopporta bene.


Ecco il nevaio in tutta la sua grandezza. Lo spessore è notevole, dalla bocca esce un limpido torrente che proviene dalle zone alte del paretone.


La stradina riprende a salire, ora più decisamente, attraversiamo il greto di un torrente secco e prendiamo a sx ad un evidente bivio. Ora siamo su un sentiero che sale ripido sempre sotto la faggeta, finché la pendenza diminuisce e la vegetazione si dirada. Sentiamo il chiaro suono di un torrentello sulla dx, e numerose piccole sorgenti rendono il sentiero a tratti fangoso, rinfrescando comunque l’atmosfera. Con percorso un po’ tortuoso tra gli arbusti finalmente usciamo sul greto dove un’acqua limpidissima e gelida forma pozze cristalline ed una bella cascatella. Verso l’alto già incombe l’enorme mole grigia della parete del camicia. Il sentiero attraversa il torrente e prosegue la salita sulla sx orografica del vallone.


Avvicinandoci alla bocca il caldo umido viene spazzato via da una corrente gelida che soffia direttamente dalla buia galleria.


Saliamo moderatamente tra arbusti via via più radi, col paretone che si alza sempre più davanti a noi. Da ultimo superiamo una targa a ricordo ancora della tragedia avvenuta nel 1994, dopodiché il sentiero va a perdersi tra i grossi massi del torrente. Lo spettacolo è grandioso: sulla sx e davanti a noi s’innalza la scura mole della roccia, solcata da una cascata che compie più salti, sulla destra verdissimi prati molto ripidi. Il tutto converge nel Fondo della Salsa, dove fa bella mostra di sé il grande nevaio. Saliamo tra i macigni fino alla bocca sotto la neve da cui esce il torrente. Siamo costretti a mettere la giacca a vento perché oltre all’acqua dallo scuro tunnel fuoriesce anche un getto d’aria gelida. L’atmosfera è incantevole: dove la neve si è sciolta da poco l’erba è foltissima, e tra gli steli campeggiano bellissime Peonie e Gigli Rossi. Durante la discesa c’è il tempo per un bagnetto nell’acqua gelida, poi giù, lungo lo stesso percorso, fino alla macchna.


Vista dall'interno della bocca verso i verdi prati esterni e le colline del teramano.

 

Dalla bocca del nevaio parte un tunnel, lungo chissà quanto, dove scorre il torrente e tira aria gelida.


© Il Monte Geologo 2003-2005