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8/luglio/2005 Corno Grande per la via Normale.
Partecipanti: PAOLO, GIULIO, DANIELE, LEONARDO, DORINA.
Dislivello: 800m circa
Difficoltà: EE
Tempo di Salita: 3:40

Testo di Daniele Lanzarone

Una giornata fantastica, con cielo azzurro ed incredibile visibilità ci accompagna in questa escursione sul tetto dell’appennino. Siamo infatti diretti sulla Vetta Occidentale del Corno Grande, massima cima del massiccio del Gran Sasso, a 2912 metri. Per questa escursione è stata percorsa la via normale.
Partiamo dunque dal piazzale dell’ostello di Campo Imperatore, quota 2100 circa, e ci dirigiamo di buon passo sulla prima rampetta che passando davanti all’osservatorio astronomico conduce sul sentiero principale, che si raggiunge piegando sulla destra. Un lungo traverso a mezza costa su sentiero ben evidente ci conduce velocemente verso la sella di monte Aquila; solo l’ultimo tratto di questa porzione di percorso risulta leggermente più impegnativa, inerpicandosi su roccette relativamente comode da percorrere, ma in 10 minuti questo tratto è terminato e siamo dunque allo scollinamento sulla sella, quota 2250 circa.


Il Corno Grande in una bellissima giornata estiva, da notare ancora i grandi accumuli nevosi sul "Lenzuolo".

La vista sulla direttissima e sul Bissolati ci rapisce, poi lo sguardo scende in basso e si perde nel contrasto del verde dei prati di Campo Pericoli, nel grigio del Brecciaio e nel blu del cielo. Sempre su sentiero comodo si discende dalla sella dell’ Aquila e si prende il sentiero di sinistra, che percorre in traverso Campo Pericoli. Il percorso in questo tratto è molto facile, pianeggiante, fino all’attacco del brecciaio, in lieve salita nel primo tratto di questo, più duro e scomodo nella parte centrale e terminale, ove lo sfasciume calcareo fa accorciare un po’ il passo e fa faticare un pizzico di più. In breve però, dopo un breve pezzetto facile tra rocce siamo alla Sella del Brecciaio, intorno 2500 metri


Vista da Campo Pericoli la lunga cresta ovest del Corno Grande che dalla Sella del Brecciaio sale alla vetta Occidentale.

Una pausa per bere e fare qualche foto al bellissimo panorama che spazia dalla Laga al Sirente, passando per il Velino che sembra minuscolo nella sua forma piramidale.
Si riparte su sentiero evidente in brecciolino, piuttosto pendente, che in breve ci porta alla Conca degli Invalidi, 2600 metri circa, dove la sorpresa di un accumulo nevoso di parecchi metri che riempe parte della conca ci fa pensare all’inverno ed alle tormente che sferzano il Gran Sasso. Un altro goccio d’acqua ammirando la parete sud Corno Piccolo, le sue 4 “spalle” ed il verticalissimo versante est dell’Intermesoli, poi si riparte sempre su sentiero piuttosto pendente ed un po’ scomodo, essendo tutto in sfasciume fino che fa scivolare e faticare un po’.


Dalla Sella del Brecciaio, 2500mt circa, la vetta Occidentale 2912mt.

La via normale appare ben chiara sul versante nord del Corno Grande, molto affollata, saremo una 20 di escursionisti in tutto tra quelli in salita e discesa.
Da annotare le forti raffiche di vento da ovest, certamente oltre i 50 km/h che con i refoli più forti ci sbilanciano nella salita.
Approcciamo l’ultimo tratto della normale, bolli bianco/rossi, che passa da sentiero in sfasciume a roccia in posto; a questo punto chi vuole può riporre le racchette e proseguire aiutandosi con le mani per trovare appigli che risultano abbastanza comodi, altrimenti si può proseguire con i bastoncini ma il consiglio è di accorciarli un po’.
La via si inerpica veloce piegando leggermente sulla destra e puntando verso la porzione ovest del circo glaciale del Calderone, alla destra della Sella dei due Corni, la cresta che unisce Corno Piccolo e Corno Grande.


Dorina-Daniele-Giulio alla conca degli Invalidi, è ben visibile il sentiero della Normale che sale in direzione E-NE.

Raggiungiamo un piccolo terrazzo a quota 2850 che si affaccia sul purtroppo ex ghiacciaio del Calderone, non visibile perché coperto da neve e sfasciume d’erosione; qualche foto e poi si prosegue su sentiero sempre in roccia ma più evidente, che seguendo la crestina conduce brevemente in vetta. L’ultimissimo tratto torna ad essere su sentiero abbastanza facile ed evidente in brecciolino, e si conclude aggirando il bastione roccioso che rappresenta poi la cima occidentale del Corno Grande.
La croce di vetta ci accoglie soddisfatti, lo spettacolo come potete constatare dalle foto è mozzafiato, le nostre fotocamere scattano a ripetizione. Poi ci si rilassa, due chiacchiere, un bel pranzetto al sacco mentre si legge e si firma il libro di vetta, e ci si gode il bellissimo sole del Gran Sasso, mentre i cumulonembi danzano per noi risalendo dal versante teramano ma senza mai raggiungerci.


Vista sulla Conca degli Invalidi, dietro è ben visibile la Sella dei Grilli 2200mt che collega lo spartiacque fra Pizzo di Intermesoli e Pizzo Cefalone 2533mt ben visibile sulla sinistra.

Fa abbastanza freddo, il vento è un po’ meno che lungo il sentiero, ma la temperatura si aggira intorno ai 7°/8° non di più. Dopo un’oretta foto di rito e poi si parte per la discesa, seguendo la stessa via; il percorso si presenta non difficile, la solida roccia da degli appoggi piuttosto sicuri, ma mi raccomando di porre sempre la massima attenzione poiché alcuni tratti sono un po’ esposti. Voglio segnalare il forte vento, con raffiche intorno 70 km/h sempre da ovest.
Si seguono sempre i bolli bianco/rossi e si ritorna così alla Conca degli Invalidi, anche di qui in poi la via è la stessa dell’andata; se è presto ci si può fermare e sdraiarsi sui prati fioriti di Campo Pericoli per prendere un po’ di sole, altrimenti puntare diretti alla Sella dell’Aquila e di la al piazzale dell’ostello di Campo Imperatore.

Tempo di salita con buon passo 2h 30/45 per escursionisti allenati, dislivello 800 metri circa, difficoltà EE (Escursionisti esperti). In giornate molto affollate può essere utile l’uso di un caschetto di protezione sull’ultimo tratto in roccia perché incauti escursionisti a monte potrebbero involontariamente provocare il distacco di piccoli sassi.

Buona escursione a tutti, Daniele Lanzarone per il “montegeologo.com”

 

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