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29/08/2005 Colle della Mologna Piccola.
Partecipanti: GIULIO, ELISA, FRANCESCO, GIULIANA.
Dislivello: 700mt circa
Difficoltà: E
Tempo di Salita: 2h

Una splendida mulattiera lastricata con una interminabile serie di svolta conduce a questo importante valico di collegamento con il Biellese.

Il Colle della Piccola Mologna è un importante valico della media valle di Gressoney che mette in comunicazione i territori di Gaby sulla sx orografica della valle con la valle del Cervo e il paese di Piedicavallo, nel Biellese. Il percorso si svolge interamente su una splendida mulattiera costruita alla fine dell’800, che con una interminabile serie di svolte, senza variare praticamente mai la pendenza, risale fino alla sella rocciosa. È una giornata nuvolosa quando ci avviamo verso il bel paesino di Gaby, con le case strette vicino al Lys, che scorre tra enormi massi.


I due splendidi nuclei di Niel e Gruba, da cui si parte per la passeggiata.


Prendiamo un bivio a sx (dx venendo da Pont St. Martin) con indicazioni per Niel. Si sale una carrozzabile che guadagna rapidamente quota e con un ultimo tratto ardito arriva alla bellissima frazione, un gruppetto di case mirabilmente disposto su una costa erbosa molto curata, nel punto in cui il vallone che parte da Gaby inizia ad allargarsi e si divide in due valloni secondari. Lasciata la macchina nel piccolo parcheggio si prende un sentiero lastricato con cartello indicatore per il Colle della Piccola Mologna, si attraversa Gruba, un’altra piccolo nucleo appena discosto da Niel, e si attraversano su un bel ponticello le limpide acque di un torrente. Una lunga scalinata con i gradini parzialmente coperti di vegetazione ci porta su una costa erbosa piuttosto ripida, che attraversiamo con percorso pianeggiante fino all’inizio del bosco di larici.


Numerosi alberi abbattuti da un violento evento meteorologico salendo al colle. Sullo sfondo la tormentata cresta della Punta Serange.


La giornata è fresca, non c’è sole, ma fa comunque piacere camminare nel bosco ombroso e umido. La mulattiera in questo primo tratto è piuttosto rovinata, ma il tracciato è comunque molto riposante e con numerose svolte si prende quota. Quindi iniziano ad emergere le piatte lastre di roccia del vecchio tracciato, e con loro il duro lavoro che richiese la sua costruzione. La mulattiera effettua un tratto in falsopiano verso dx, tra bei larici e mirtilli rigogliosi, entra in una valletta di cui percorre il fondo con strette svolte lastricate e recentemente risistemate e infine ne esce continuando a salire su una costa boscosa. Con una lunga serie di tornanti mirabilmente costruiti con grossi lastroni di pietra si arriva in un piccolo anfiteatro in cui un evento meteorologico estremo, forse una bufera di vento, ha abbattuto moltissimi alberi.


L'ultima valletta prima del valico, visibile sullo sfondo a dx, è occupata da una disagevole pietraia, che la mulattiera supera elegantemente senza il minimo sforzo..


Il bosco comunque ormai è diventato più rado e, una volta risalito il piccolo anfiteatro, la vista inizia ad ampliarsi verso sx. Continuiamo a salire dolcemente tra bei prati e radi larici, mentre verso sx troneggia la Punta Caparelle, con l’omonimo valico alla sua sx, seguito dalla tormentata cresta rocciosa della Punta Serange. Osservando il valico vediamo una lunghissima fila di pecore che, una dietro l’altra, diligentemente percorrono una esile traccia per poi inerpicarsi sui ripidissimi prati della Punta Caparelle. Il sentiero risale a lunghi tornanti perfettamente lastricati una costa pietrosa fino ad arrivare ad uno spoglio ripiano ormai in vista dello stretto intaglio del valico. È il tratto di mulattiera più spettacolare: si attraversa con percorso pianeggiante un circo glaciale, interamente occupato da una pietraia a blocchi enormi, altrimenti estremamente difficile da superare.


Elisa al Colle osserva le aguzze cime e i ripidi pendii della Valle del Cervo, nel Biellese.


Con un’immane lavoro è stato costruito un percorso perfettamente piatto, che aggira con alcune curve i massi più grossi. La dimensione di alcuni lastroni è ragguardevole e fa pensare alla fatica che ha richiesto la costruzione di quest’opera. L’ultima ripida rampa prima del valico si supera con alcune svolte, le ultime alquanto rovinate. Arriviamo allo stretto intaglio con le nuvole che lambiscono le guglie rocciose della Punta Serange e ci affacciamo sull’altro versante. Davanti a noi si scoprono le spoglie e acuminate vette del biellese, che con pendii erbosi estremamente ripidi scendono velocemente fino alle colline boscose e alla Pianura Padana, che si intravede sullo sfondo dietro una grossa nube scura. La mulattiera scende verso il paese di Piedicavallo, non visibile, con numerosissimi tornanti per prati molto acclivi e viscidi.

Una scurissima nube incombe su Biella e le prime colline. Sullo sfondo la Pianura Padana.


Le vette più alte sono nascoste dalle nuvole, che a tratti arrivano fino al valico. È interessante notare la diversità dei due versanti, quello biellese spoglio e ripido, quello valdostano verde e più vario. Dopo aver osservato una targa in marmo che ricorda la costruzione della mulattiera iniziamo la discesa che avviene per lo stesso itinerario, riposante e vario, fino alle belle case di Niel, dove volendo c’è un grazioso bar – ristorante – pensione dove ci si può riposare assaporando l’ottima cucina locale.

© Il Monte Geologo 2003-2005